27 oct. 2025

Auto elettriche 2025: boom incredibile e incentivi record grazie al PNRR

Gli incentivi PNRR per le auto elettriche hanno superato ogni aspettativa, con migliaia di richieste in poche ore e fondi quasi esauriti. Un segnale forte: quando il prezzo è giusto, gli italiani scelgono l’elettrico.
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Un successo che ha superato ogni previsione. Nel giro di poche ore dall’apertura della piattaforma del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), oltre 45.000 cittadini hanno presentato domanda per ottenere gli incentivi dedicati all’acquisto di auto elettriche. L’affluenza è stata tale da mandare temporaneamente in tilt il sistema informatico, segno dell’enorme interesse verso le nuove forme di mobilità a basse emissioni.


Un successo annunciato: migliaia di richieste in poche ore

La misura, finanziata attraverso fondi del PNRR inizialmente destinati alle infrastrutture di ricarica, ha previsto fino a 11.000 euro di contributo per chi rottama un’auto fino a Euro 5 e dispone di un ISEE inferiore a 40.000 euro. Il risultato è stato immediato: il portale gestito da GEI per conto del MASE è stato letteralmente preso d’assalto. Nonostante i rallentamenti, la partecipazione massiccia conferma un interesse crescente verso la mobilità elettrica, soprattutto quando l’acquisto diventa economicamente accessibile.


Perché il programma PNRR è stato una mossa strategica

La decisione del Ministero di riallocare parte dei fondi si è rivelata efficace. Invece di rischiare di lasciare inutilizzate risorse europee, si è scelto di destinarle all’acquisto diretto dei veicoli. In meno di 24 ore risultavano già impegnati oltre 480 milioni di euro dei 600 stanziati: un segnale concreto della volontà degli italiani di passare all’elettrico quando le condizioni economiche lo permettono.


Come funzionano gli incentivi per le auto elettriche 2025

Requisiti e destinatari

Possono accedere al contributo:

  • Privati cittadini con ISEE fino a 40.000 euro;

  • Microimprese e PMI, in particolare quelle del settore del trasporto leggero.

È necessario rottamare un veicolo fino a Euro 5 e acquistare un’auto elettrica o ibrida plug-in nuova, rispettando i limiti di prezzo stabiliti dal decreto.


Entità del contributo

Il bonus può arrivare fino a 11.000 euro, ma anche chi non rispetta tutti i requisiti può ottenere agevolazioni significative, che riducono sensibilmente il prezzo finale rispetto ai listini di mercato.


Procedura di richiesta

La domanda si presenta online tramite il portale GEI, che rilascia un voucher digitale da consegnare al concessionario al momento dell’acquisto. La procedura è semplice, ma richiede rapidità: i fondi vengono assegnati in ordine cronologico, e il plafond può esaurirsi in poche ore.


I numeri del programma: fondi quasi terminati

Dei 600 milioni di euro stanziati, 481 sono stati prenotati in meno di un giorno. Un ritmo impressionante che conferma la forza della domanda latente di auto elettriche in Italia. È un copione già visto: lo stesso entusiasmo aveva accompagnato l’ultimo bonus auto gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.


Effetto domino sulla domanda

Quando il prezzo scende, l’interesse cresce. Gli incentivi dimostrano di essere lo strumento più efficace per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, compensando la percezione di costo elevato che ancora frena molti potenziali acquirenti.


Scelte politiche e strategie del governo

Il ruolo del MASE

Sotto la guida di Gilberto Pichetto Fratin, il MASE ha scelto di spostare risorse originariamente destinate alla rete di ricarica verso il sostegno diretto all’acquisto dei veicoli. Una scelta pragmatica, mirata a generare un impatto immediato sull’economia e sull’ambiente.


Dalla rete di ricarica ai veicoli: un cambio di priorità

L’obiettivo è stato stimolare la domanda prima di completare l’infrastruttura. Una strategia efficace nel breve periodo, ma che lascia aperta la questione dell’adeguamento della rete di ricarica pubblica, elemento chiave per la diffusione su larga scala dell’elettrico.


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Effetti economici e ambientali

Un aiuto concreto per le famiglie

Per molti cittadini, questi incentivi rappresentano un’occasione irripetibile. Considerando che un’auto elettrica di fascia media costa tra 25.000 e 35.000 euro, il contributo pubblico copre una parte significativa della spesa, rendendo l’acquisto finalmente accessibile.


Impatti sul mercato

L’improvvisa impennata di richieste può creare temporanei squilibri nella filiera. I concessionari si trovano a gestire carichi di lavoro elevati, mentre i produttori devono far fronte a tempi di consegna più lunghi. Tuttavia, l’effetto complessivo è positivo e rafforza il comparto elettrico.


Benefici ambientali

Ogni nuova auto elettrica in circolazione riduce le emissioni di CO₂ e contribuisce agli obiettivi europei di decarbonizzazione. Il passo successivo sarà rendere la crescita del settore meno dipendente dagli incentivi e più sostenuta da una domanda autonoma.


Le richieste del settore: stabilità e pianificazione

Incentivi duraturi per un mercato maturo

Le aziende chiedono certezze: un mercato che vive di bandi temporanei non può pianificare investimenti. Serve un quadro normativo stabile che accompagni la crescita fino a quando la parità di costo tra auto elettriche e termiche sarà raggiunta.


Verso un piano triennale

Le proposte più condivise prevedono un piano triennale di incentivi, con fondi via via decrescenti ma garantiti. Un approccio che darebbe fiducia a cittadini, concessionari e produttori, sostenendo la competitività del settore nel medio periodo.


Il nodo infrastrutturale

Nessuna transizione elettrica può funzionare senza un’adeguata rete di ricarica pubblica e condominiale. È qui che dovranno concentrarsi i prossimi investimenti, per evitare che la crescita del parco auto elettrico superi la capacità delle infrastrutture disponibili.


Una lezione per il futuro della mobilità elettrica

Il successo dell’iniziativa PNRR dimostra una verità semplice: quando il prezzo è accessibile, gli italiani scelgono l’elettrico. Ora è il momento di costruire una strategia coerente che unisca produzione, incentivi e infrastrutture. Solo con politiche industriali stabili e coordinate sarà possibile trasformare la corsa ai bonus in una transizione solida e duratura verso la mobilità del futuro.

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