10 dic 2025
Etichette per veicoli elettrici e stazioni di ricarica: guida definitiva efficace
Etichette EV e punti di ricarica: sicurezza, usabilità e compliance con materiali adeguati, QR/NFC, posizionamento chiaro e checklist operative.
L’etichettatura nell’ecosistema della ricarica elettrica non è un dettaglio estetico, ma un vero e proprio dispositivo di sicurezza e usabilità. In pochi centimetri quadri si concentrano informazioni critiche per l’utente, indicazioni operative per l’installatore, riferimenti per la manutenzione e, non ultimo, segnali che aiutano a mantenere elevati gli standard di conformità. In questa guida completa si affrontano, con un taglio pratico, tutte le decisioni strategiche e operative che riguardano etichette, targhette, pittogrammi e segnaletica per veicoli elettrici (EV) e per stazioni di ricarica AC e DC.
Perché l’etichettatura EV è cruciale: sicurezza, usabilità e conformità normativa (IEC 61851, ISO 7010)
Le etichette sono interfacce di sicurezza. A parità di hardware e software, la differenza tra un impianto che funziona e uno che “funzionicchia” spesso si gioca su elementi apparentemente minimi: una scritta leggibile, un pittogramma universale, un QR che porta alla guida giusta. Le aree di valore sono quattro:
Sicurezza: avvertenze contro il rischio elettrico, indicazioni su arresto d’emergenza, limiti ambientali (temperatura, umidità), grado di protezione IP/IK.
Usabilità: istruzioni di primo utilizzo, riconoscibilità del connettore (Tipo 2, CCS, CHAdeMO), flussi “badge o app”, status LED, tariffe.
Manutenzione: ID univoci, seriali, QR/NFC per ticketing, riferimenti a piani di ispezione e registri di intervento.
Conformità: marcature e riferimenti ai requisiti applicabili, in coerenza con standard e buona prassi (es. IEC 61851 per sistemi di ricarica conduttiva e ISO 7010 per pittogrammi di sicurezza).
In pratica, un’etichetta ben progettata riduce gli incidenti, accorcia i tempi di intervento, limita le chiamate al supporto e abbassa i costi lungo il ciclo di vita dell’impianto. Con un effetto positivo anche sulla fiducia nel brand: ordine, coerenza e leggibilità comunicano qualità.
Quadro requisiti in UE e Italia: obblighi di marcatura, D.Lgs. 81/08, CEI 64-8, IEC 60417 (orientamento pratico)
Il panorama normativo può intimorire; conviene offrire un orientamento pratico, distinguendo ciò che è tipicamente obbligatorio da ciò che è raccomandato.
Obbligatorio (tipico):
Avvertenze di sicurezza elettrica e segnalazione del rischio.
Dati elettrici essenziali (tensione/corrente nominale, potenza per prese/uscite).
Identificazione del dispositivo e del costruttore, quando pertinente.
Informazioni di emergenza e riferimenti a procedure critiche (arresto d’emergenza).
Raccomandato (best practice):
Pittogrammi normalizzati (ISO 7010, IEC 60417) per superare barriere linguistiche.
QR/NFC per manuali, tutorial, ticketing e aggiornamenti rapidi.
Contatti helpdesk 24/7 negli impianti pubblici o ad alta rotazione.
Si suggerisce inoltre di istituire un Registro Etichette conciso: che cosa c’è, dove si trova, perché esiste, quando ispezionarla.
Campi minimi su colonnine AC/DC (in elenco)
Campi consigliati da riportare sull’etichetta:
ID punto / Numero di serie (identificazione univoca e tracciabilità).
Potenza nominale, tensione e corrente (dati tecnici essenziali).
Grado di protezione IP/IK (idoneità ambientale).
Contatto assistenza (numero o URL/QR per helpdesk).
QR verso manuale/guida rapida (accesso a istruzioni aggiornate e FAQ).
Avvertenze di sicurezza (pittogrammi e micro-testi sui rischi e sull’emergenza).
Indicazioni di posizionamento:
Etichette d’uso vicino al punto di azione (connettore, lettore badge/app, pulsante).
Targhette tecniche in area visibile ma non esposta a urti, leggibili a 1–2 m.
Contatto assistenza e QR in zona frontale, ben illuminata.
Tipologie di etichette: uso, sicurezza elettrica, identificazione asset e segnaletica per stalli EV
Non tutte le etichette nascono uguali. Per progettare bene conviene mappare i punti di contatto e assegnare a ciascuno il giusto “tipo” di messaggio.
Etichette funzionali per wallbox domestiche e colonnine pubbliche: Tipo 2, CCS, CHAdeMO, RFID/app
Riconoscibilità delle interfacce: simboli chiari per Tipo 2 / CCS / CHAdeMO.
Flusso di attivazione: badge RFID o app? Indicarlo in ≤8 parole.
Feedback di stato: spiegare i LED con micro-testi (“lampeggia = collegamento”, “verde fisso = in carica”).
Istruzioni rapide: “Sbloccare cavo”, “Confermare su app”, “Riporre connettore”.
Etichette di sicurezza: rischio elettrico, arco, arresto d’emergenza, procedure LOTO (lockout/tagout)
Avvertenze su rischio di scossa e arco elettrico.
Evidenziare il pulsante di arresto d’emergenza o il sezionatore.
Richiamo sintetico alle procedure LOTO nei siti industriali.
Etichette di identificazione e inventory: seriale, ID punto di ricarica, QR/NFC per ticketing e OCPP
ID standardizzato visibile a 1–2 m.
QR/NFC collegati a scheda digitale (matricola, firmware, storico interventi, stato OCPP).
Allineamento con i sistemi aziendali di asset management.
Informazioni al pubblico: tariffe, roaming, interoperabilità, helpdesk 24/7, orari di accesso
Trasparenza: costo al kWh/minuto/sessione, eventuali fee.
Roaming: loghi delle reti supportate e istruzioni sintetiche.
Contatti: numero o QR supporto; orari di accesso per siti semi-pubblici.
Segnaletica complementare per parcheggi: pittogrammi, frecce direzionali, stalli riservati e accessibilità
Segnaletica verticale: icone di ricarica, limiti di sosta, eventuali sanzioni.
Pavimentazione: colore e pittogrammi per stalli EV, posti PMR, percorsi sicuri.
Wayfinding: frecce e simboli in hub multilivello o su tratte lunghe.
Simboli e pittogrammi standard: ISO 7010, IEC 60417, codici colore di sicurezza e gerarchie tipografiche
Il cervello umano legge i simboli in un istante. Per questo conviene attingere a pittogrammi standardizzati, evitando invenzioni “creative” che richiedono interpretazione.
Coerenza visiva: stesso stile iconografico su tutta l’area.
Contrasto: fondo e simbolo devono staccare nettamente.
Ridondanza utile: simbolo + 2–5 parole chiare.
Codici colore (uso prudente): giallo/nero (avvertenza), rosso/bianco (emergenza/proibizione), verde/bianco (uscite/ok), blu/bianco (obblighi).
Linee guida di leggibilità (in elenco)
Usare pittogrammi standard e micro-testi di massimo 2 righe, 6–8 parole per riga.
Garantire forte contrasto cromatico e finitura antiriflesso.
Mantenere dimensioni leggibili a 1–2 m; evitare corpi minuscoli.
Limitare il multilingua allo stretto necessario; priorità a simboli e lingua locale.
Materiali e finiture per esterno/interno: vinile, alluminio anodizzato, policarbonato, resina epossidica
La scelta del materiale incide su durata, leggibilità e costo di ciclo di vita. Non esiste il materiale “migliore” in assoluto: esiste il più adatto al contesto.
Vinile: economico, versatile, ideale per superfici piane e curve leggere.
Alluminio anodizzato: robusto, premium, ottimo per targhette tecniche e steli esposti.
Policarbonato: resistente agli urti, adatto a coperture trasparenti e aree a rischio vandalismo.
Resina epossidica (doming): look curato, buona resistenza; attenzione ai raggi UV prolungati.
Checklist materiali (in elenco)
Valutazioni preliminari:
Esposizione al sole: sì/no; se sì, richiedere protezione UV.
Presenza di lavaggi, spray chimici o nebbia salina: bassa/media/alta.
Rischio vandalismo/graffiti: basso/medio/alto; considerare trattamenti antigraffiti.
Curvatura/texture della superficie: piana/curva/ruvida; scegliere adesivi ad alto tack se necessario.
Vita utile attesa: 2, 3 o 5+ anni, in base al contesto.
Materiali suggeriti in base al contesto:
Vinile con laminazione protettiva per superfici piane e leggere curvature.
Alluminio anodizzato per targhette tecniche e outdoor impegnativo.
Policarbonato per aree soggette a urti o tentativi di manomissione.
Resina epossidica (doming) per elementi estetici o di brand, con attenzione ai raggi UV.
Dimensionamento e posizionamento: ergonomia, altezze consigliate e visibilità negli stalli EV
La stessa etichetta, se messa nel posto sbagliato, non esiste. Posizionare bene significa seguire il percorso dello sguardo: dove si inserisce il connettore? dove si appoggia il badge? dove si legge la tariffa?
Altezze e visibilità:
Etichette d’uso tra 1,30 m e 1,60 m dal suolo.
Evitare zone coperte da cavi, sportelli o gocce di condensa.
Verificare la leggibilità con illuminazione notturna o controluce.
Scenari tipici:
Home: istruzioni essenziali + contatto assistenza; finitura opaca.
Condominio: regole d’uso e numeri utili condivisi; supporti più robusti.
Spazi pubblici: pittogrammi dominanti, testi minimi, QR verso guida e tariffe.
Accessibilità universale:
Pittogrammi chiari, alto contrasto, testi non compressi.
In contesti complessi, prevedere percorsi tattili e altezze adatte a utenti su sedia a ruote.
Evitare riflessi: meglio superfici matte e luce diffusa.
Contenuti essenziali e soluzioni smart: QR per manuali, NFC per manutentori, link sicuri e privacy by design
I codici QR sono un ponte fra il fisico e il digitale. Funzionano se curati con attenzione.
Manuali e guide rapide: QR sul fronte rimanda a contenuti aggiornati (non a PDF obsoleti).
Ticketing: QR per segnalazioni automatiche con ID precompilato.
Stato rete: in reti complesse, collegare a pagina con disponibilità in tempo reale.
URL e privacy:
Shortener proprietario su dominio aziendale; evitare servizi terzi non controllati.
Scadenza e reindirizzamento per stampati “legacy”.
Integrazione con portali di assistenza e base conoscenza per atterraggi mirati.
Processo di progettazione dell’etichettatura: design system, testing in campo e qualità industriale
Un buon sistema di etichettatura si progetta come un prodotto: requisiti, prototipo, test, industrializzazione, manutenzione.
Fasi operative:
Raccolta requisiti con HSE, facility, CPO/EMSP e utenti finali.
Creazione di una libreria coerente (formati, griglie, palette, icone).
Test in campo diurno/notturno e con condizioni meteo avverse.
Industrializzazione con distinte materiali, codici articolo e piani di controllo qualità.
Versioning e manutenzione: audit periodici e sostituzioni programmate.
Casi d’uso e best practice: domestico, flotte aziendali, retail/hotel e spazi pubblici ad alta rotazione
Ogni scenario ha priorità diverse. Di seguito, quattro cornici operative da usare come “preset”.
Home & condominio
Priorità: istruzioni semplificate, contatto assistenza, finitura antiriflesso.
Materiali: vinile di qualità; anti-umidità in box non riscaldati.
QR: guida rapida con foto; evitare manuali enciclopedici.
Aziende e flotte
Priorità: codifica a colori per banchine/potenze, identificazione grande e leggibile.
Asset: seriale + QR per ticketing; storico interventi a portata di smartphone.
Manutenzione: controlli in base a utilizzo; alti cicli ⇒ ispezioni più frequenti.
Spazio pubblico
Priorità: multilingua essenziale, pittogrammi dominanti, trasparenza tariffe.
Contatti: helpdesk 24/7, QR segnalazioni, emergenze ben evidenziate.
Accessibilità: altezze e contrasti pensati per tutti.
Retail/Ospitalità
Priorità: coerenza visiva con il brand senza sacrificare leggibilità.
Informazioni: tariffe chiare, orari, condizioni di accesso.
CTA: “Avvia con app X”, “Badge Y abilitato”.
Errori da evitare (in elenco)
Utilizzo di simboli non standard o incoerenti all’interno dello stesso sito.
Testi prolissi o con tecnicismi non necessari.
Materiali inadeguati all’ambiente (UV, umidità, agenti chimici).
Posizionamenti errati coperti da cavi o con riflessi eccessivi.
QR non testati, link rotti o contenuti non aggiornati e non mobile-friendly.
Valutazione costi/benefici (testo sintetico)
Per calcolare il ritorno sull’investimento si confrontano:
Il costo del kit di etichettatura e della posa (materiali + ore).
I risparmi stimati su ticket di assistenza, tempi di intervento tecnico, incidenti/fermi evitati e reputazione.
L’orizzonte temporale consigliato è di 12–24 mesi, con monitoraggio trimestrale dei ticket.
Valgono inoltre i benefici “intangibili” (brand trust, recensioni, nettezza informativa).
Scelta dei fornitori (in elenco)
Materiali testati per UV, nebbia salina e abrasione (report accessibili).
Personalizzazione di formati, numerazione, QR/NFC e palette colore.
MOQ e lead time compatibili con il piano di roll-out.
SLA chiari per sostituzioni e non conformità.
Referenze su installazioni simili (indoor/outdoor, pubblico/privato).
How-To applicazione corretta (checklist in elenco)
Preparazione:
Pulire la superficie con detergente neutro e poi con alcool isopropilico.
Asciugare completamente; lavorare a temperatura ambiente stabile.
Posizionamento:
Eseguire una prova a secco usando dima o segni guida.
Controllare che non vi siano cavi o sporgenze che coprano l’etichetta.
Applicazione:
Rimuovere il liner gradualmente; applicare dal centro verso l’esterno.
Eliminare bolle con spatola morbida e pressione uniforme.
Finitura e collaudo:
Pressare i bordi per garantire la sigillatura.
Verificare leggibilità a 1–2 m in diverse condizioni di luce.
Scattare foto di controllo e registrare ID, data e operatore nel Registro etichette.
Manutenzione programmata (in elenco)
Frequenze indicative:
Outdoor esposto o alta rotazione: verifica ogni 6 mesi.
Outdoor protetto o indoor pubblico: verifica ogni 12 mesi.
Indoor privato/home: verifica ogni 18–24 mesi.
Criteri di sostituzione:
Scolorimento evidente o perdita di contrasto.
Abrasioni, bordi sollevati, distacchi parziali.
Aggiornamenti contenuto (tariffe, contatti, procedure).
Tracciabilità:
Utilizzare QR/NFC per log interventi (foto prima/dopo, note ambientali, firma operatore).
Modello “Registro etichette” (compilazione in testo)
Compilare i seguenti campi per ogni etichetta installata:
ID etichetta
Impianto e posizione (es. “Colonnina 2, lato strada”)
Tipologia (uso/sicurezza/tecnica/identificazione)
Contenuto (pittogrammi e micro-testi)
Materiale e finitura (es. vinile UV matte, alluminio anodizzato)
Data di posa e responsabile
Data prossima verifica programmata
Esito verifica (OK/Da sostituire/Da pulire)
Note operative (foto archiviate, eventuali anomalie)
FAQ essenziali
Quali etichette sono obbligatorie su una stazione di ricarica?
In genere: avvertenze di sicurezza, dati elettrici essenziali, identificazione del punto/dispositivo e riferimenti d’emergenza. Nei siti pubblici, aggiungere informazioni per l’utente (tariffe, contatti).
Qual è il materiale migliore per l’esterno?
Dipende dall’esposizione e dai rischi. In outdoor duro: vinile con protezione UV/antigraffiti o targhe in alluminio anodizzato; in aree con urti o vandalismo considerare policarbonato.
A che altezza applicare le etichette d’uso?
Tra 1,30 e 1,60 m dal suolo per una lettura confortevole e accessibile.
Come integrare QR e privacy?
Usare domini proprietari, link sicuri e pagine dedicate alla sola funzione; per stampati “legacy”, reindirizzare a una landing che spiega gli aggiornamenti.
Ogni quanto vanno ispezionate?
Da 6 a 24 mesi in funzione del contesto. Outdoor esposto richiede cicli più stretti.
Un sistema di etichettatura ben fatto non è un costo accessorio: è un investimento che si ripaga in sicurezza, efficienza operativa e reputazione. Con messaggi chiari, materiali adeguati e un piano di manutenzione semplice, ogni stazione dalla wallbox domestica all’hub pubblico ad alta rotazione, diventa più intuitiva, più affidabile e più conforme.
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