29 ott 2025
Francia e gli ev charger: gli impatti dopo la fine del credito d’imposta
La decisione del governo francese di eliminare il credito d’imposta per le colonnine domestiche dal 2026 potrebbe rallentare la transizione energetica. Ecco cosa cambia nel mercato degli ev charger e perché cresce la preoccupazione.
Nel gennaio 2021, la Francia aveva introdotto il CIBRE (Crédit d’Impôt pour les Bornes de Recharge Électrique), una misura fiscale pensata per incoraggiare i privati a installare punti di ricarica nelle proprie abitazioni. L’obiettivo era chiaro: rendere più accessibile la ricarica domestica e favorire la transizione verso la mobilità sostenibile.
Grazie a questa agevolazione, ogni contribuente poteva detrarre fino al 75% del costo dell’installazione, con un tetto massimo di 500 euro per colonnina. Il beneficio era accessibile sia ai proprietari sia agli inquilini, purché l’installazione fosse eseguita da un professionista certificato IRVE (Infrastructures de Recharge pour Véhicules Électriques).
Oltre alla detrazione, i beneficiari potevano godere di un’IVA ridotta al 5,5% e cumulare il credito con altri programmi di sostegno, come Advenir, un’iniziativa cofinanziata dallo Stato e dai distributori di energia che copre fino al 50% delle spese in condomini o parcheggi collettivi.
Diffusione e risultati
L’iniziativa ha avuto un impatto concreto. Nel 2024, circa 47.000 famiglie francesi hanno usufruito del credito d’imposta, contribuendo in modo significativo all’espansione della rete di ricarica privata. Oggi, in Francia, l’85% delle ricariche dei veicoli elettrici avviene a domicilio, un dato che dimostra l’importanza delle colonnine private per la transizione energetica nazionale.
Il Paese si era posto un obiettivo ambizioso: 7 milioni di punti di ricarica installati entro il 2030, di cui 2,5 milioni in ambito domestico. L’incentivo era dunque uno dei pilastri strategici per raggiungere questa meta.
L’annuncio del governo: la fine del credito d’imposta dal 2026
Cosa prevede la nuova misura
Nel progetto di legge di bilancio 2026 (projet de loi de finances), il governo francese ha inserito una disposizione che abroga completamente il credito d’imposta per le colonnine di ricarica domestiche a partire dal 1° gennaio 2026. In pratica, tutte le installazioni effettuate dopo questa data non saranno più idonee a ricevere il rimborso fiscale.
La misura rientra in un piano più ampio di riduzione della spesa pubblica. L’esecutivo ha stimato che la “niche fiscale” legata a questo incentivo costasse allo Stato tra i 22 e i 24 milioni di euro l’anno — un importo ritenuto non più sostenibile nel contesto del bilancio nazionale.
Motivazioni ufficiali
Secondo il Ministero dell’Economia, l’eliminazione del credito d’imposta mira a “razionalizzare la spesa pubblica” e concentrare gli sforzi su settori considerati più urgenti, come la produzione di batterie, l’industria dell’idrogeno e la modernizzazione della rete elettrica. Tuttavia, questa decisione arriva in un momento delicato: il mercato dei veicoli elettrici, pur in crescita, dipende ancora fortemente da politiche di sostegno per consolidarsi.
Gli esperti temono che la soppressione dell’incentivo possa rallentare l’adozione di ev charger domestici e allontanare la Francia dai suoi obiettivi di neutralità climatica al 2050.
Reazioni e dibattito nel settore
Le iniziative parlamentari
Alcuni partiti politici, come Horizon e Droite Républicaine, hanno già depositato emendamenti per prolungare l’incentivo fino al 2027. Secondo i proponenti, mantenere ancora per qualche anno il credito d’imposta permetterebbe di consolidare il mercato e garantire una transizione più graduale.
Il testo del progetto di legge è tuttavia ancora in discussione al Senato, e non è escluso che subisca modifiche prima dell’approvazione definitiva. Molti osservatori sottolineano che la semplice incertezza normativa può già influenzare negativamente le decisioni d’acquisto dei consumatori.
Gli impatti economici e ambientali della soppressione
Un costo maggiore per i cittadini
Senza il credito d’imposta, installare un ev charger domestico in Francia costerà sensibilmente di più. Oggi, grazie all’incentivo, una colonnina installata da un tecnico certificato può costare tra 600 e 800 euro. Dal 2026, invece, il costo medio è destinato a salire a 1.200 – 2.000 euro, una cifra che potrebbe scoraggiare molti automobilisti.
Per le famiglie con redditi medi o per chi vive in condomini, dove le opere d’adeguamento elettrico sono più complesse, questa spesa aggiuntiva rappresenta un ostacolo concreto.
Conseguenze sulla diffusione della mobilità elettrica
Il rischio principale è che la fine dell’incentivo rallenti la crescita del parco di veicoli elettrici. Poiché la ricarica domestica rappresenta oltre l’80% delle ricariche totali, la difficoltà di accesso alle infrastrutture private può tradursi in una minore propensione all’acquisto.
Gli analisti temono un “effetto domino”: meno installazioni, meno colonnine disponibili e, di conseguenza, minore fiducia dei consumatori. Il tutto in un momento in cui la Francia si trova in competizione con altri Paesi europei per attrarre investimenti nella mobilità pulita.
Impatto sull’ambiente e sul sistema elettrico
Dal punto di vista ambientale, la riduzione delle installazioni domestiche potrebbe compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti. La Francia ha fissato l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030, ma senza infrastrutture capillari la strada si fa più difficile.
Inoltre, le colonnine domestiche “pilotabili” — quelle in grado di modulare la potenza in base alle fasce orarie e alla disponibilità della rete — svolgono un ruolo chiave nella gestione intelligente dei consumi energetici. Meno installazioni significa anche minore flessibilità e più pressione sul sistema elettrico nazionale.
Scenari futuri e prospettive per il mercato francese degli ev charger
Possibili alternative al credito d’imposta
Sebbene il progetto di legge preveda la soppressione totale dell’incentivo, non è escluso che il governo introduca nuove forme di aiuto o programmi mirati. Tra le ipotesi discusse vi sono:
la creazione di bonus regionali per compensare la perdita del credito nazionale;
l’introduzione di agevolazioni per la ricarica condivisa nei condomini;
o incentivi specifici per i punti di ricarica pubblici e semi-pubblici in aree rurali.
Tali misure avrebbero lo scopo di riequilibrare il sostegno al mercato, favorendo categorie di utenti o territori più vulnerabili.
Innovazione tecnologica e nuovi modelli di business
Parallelamente, il settore degli ev charger in Francia continua a evolversi. Le colonnine intelligenti, dotate di sistemi di gestione dinamica del carico e compatibilità con le smart grid, stanno diventando sempre più diffuse. La tecnologia Vehicle-to-Grid (V2G) — che consente di restituire energia alla rete — apre inoltre nuove prospettive per un utilizzo più efficiente delle risorse.
Cosa possono fare oggi i cittadini francesi
Agire prima della scadenza
Chi sta valutando l’installazione di un ev charger domestico ha poco più di un anno di tempo per usufruire del credito d’imposta. Installare la colonnina entro il 31 dicembre 2025 consentirà di accedere ancora alla detrazione del 75%, evitando il rincaro previsto dal 2026.
È importante scegliere un installatore certificato IRVE e verificare che la colonnina sia “pilotabile”, come richiesto dalla normativa. Le installazioni che non rispettano questi criteri non possono beneficiare dell’incentivo.
Sfruttare i bonus locali
Oltre al credito d’imposta nazionale, restano attivi altri strumenti come il programma Advenir, che finanzia fino al 50% dei costi per installazioni in spazi condivisi o condominiali. Molti comuni e regioni francesi offrono inoltre aiuti aggiuntivi o sconti sulle connessioni elettriche, rendendo ancora conveniente l’investimento.
Agire ora, dunque, può significare risparmiare centinaia di euro e garantirsi una soluzione di ricarica efficiente per gli anni a venire.
La fine del credito d’imposta per gli ev charger domestici rappresenta una svolta importante nella politica francese per la mobilità elettrica. Se da un lato la misura risponde a esigenze di bilancio, dall’altro rischia di frenare l’espansione di un’infrastruttura fondamentale per la transizione energetica del Paese.
Le prossime settimane saranno decisive: il dibattito parlamentare potrebbe introdurre modifiche o proroghe, ma l’incertezza rimane alta. In ogni caso, la diffusione delle stazioni di ricarica non può dipendere esclusivamente dagli incentivi. Sarà necessario un mix di innovazione, sostenibilità economica e chiarezza normativa per mantenere la Francia tra i leader europei della mobilità elettrica.
Il messaggio per i cittadini è chiaro: chi desidera installare una colonnina domestica deve agire entro la fine del 2025, sfruttando gli ultimi mesi di un incentivo che ha contribuito a rendere la ricarica elettrica più accessibile, economica e intelligente.
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