Oct 15, 2025
Incentivi fotovoltaico 2025: guida completa per bonus, detrazioni e contributi
Guida aggiornata per privati e famiglie: detrazioni, contributi a fondo perduto e tariffe premio per autoconsumo e Comunità Energetiche.
Il 2025 segna un passaggio decisivo per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia. Nuovi incentivi e bonus rendono più semplice e conveniente installare impianti solari, riducendo l’investimento iniziale e favorendo l’autoconsumo. Le famiglie hanno oggi a disposizione strumenti concreti per tagliare i costi in bolletta e aumentare il valore degli immobili.
Questa guida analizza in dettaglio tutte le opportunità, con un focus su requisiti, importi e scadenze.
Incentivi statali per il fotovoltaico domestico 2025
Quando si parla di incentivi fotovoltaici, la prima distinzione importante da fare è tra le misure statali, valide su tutto il territorio nazionale, e i bandi regionali, che variano a seconda della zona. In questa sezione ci concentriamo sugli strumenti di livello nazionale, ossia quelli più stabili e destinati a un pubblico più ampio.
Reddito Energetico nazionale: fotovoltaico gratuito per famiglie con ISEE basso
Una delle novità più attese del 2025 è il Reddito Energetico nazionale, una misura pensata per contrastare la povertà energetica e rendere accessibile il fotovoltaico anche a chi non ha le risorse per sostenerne i costi.
Il funzionamento è relativamente semplice: le famiglie con un ISEE inferiore a 15.000 euro, oppure inferiore a 30.000 euro ma con almeno quattro figli a carico, potranno installare un impianto fotovoltaico a titolo gratuito. Lo Stato, attraverso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), coprirà i costi di installazione tramite un contributo composto da una parte fissa (2.000 €) e una variabile in base alla potenza dell’impianto (1.500 €/kW), per un range compreso tra 2 e 6 kWp.
L’accesso avverrà tramite un portale dedicato del GSE, con il supporto di un “Soggetto Realizzatore”, ossia un soggetto accreditato che accompagnerà i beneficiari nella procedura e nell’installazione. Secondo le anticipazioni, lo sportello sarà attivato nel primo semestre del 2025, anche se le date ufficiali non sono ancora state comunicate.
Questa misura non è cumulabile con altri bonus, ma rappresenta un’opportunità straordinaria per chi altrimenti non avrebbe potuto investire in un impianto solare. Si tratta non solo di un aiuto economico, ma di una leva sociale per ridurre le disuguaglianze nell’accesso all’energia rinnovabile.
Bonus Casa e Bonus Ristrutturazione per pannelli solari 2025
Il Bonus Casa (o Bonus Ristrutturazioni) è una delle agevolazioni più longeve e consolidate nel panorama italiano. Anche nel 2025 sarà possibile beneficiare di una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, con un tetto massimo di 96.000 € per unità immobiliare. Per gli interventi che non rientrano nell’abitazione principale, l’aliquota scende al 36%.
Le spese ammissibili comprendono non solo i pannelli solari, ma anche gli inverter, i sistemi di accumulo e i lavori correlati (come staffaggi e cablaggi). L’importo detraibile viene ripartito in 10 rate annuali di pari importo, da dichiarare in sede di dichiarazione dei redditi.
Un aspetto fondamentale riguarda la documentazione: occorre effettuare i pagamenti tramite bonifico parlante, ottenere un’asseverazione tecnica e trasmettere la pratica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Si tratta di passaggi indispensabili per non perdere il diritto alla detrazione.
Questo incentivo resta uno degli strumenti più popolari per chi desidera installare il fotovoltaico senza vincolarsi a progetti più complessi come il Superbonus. È particolarmente adatto a chi ha redditi medio-alti e vuole recuperare nel tempo buona parte dell’investimento.
Superbonus 2025 per il fotovoltaico residenziale
Il Superbonus, introdotto nel 2020 come misura straordinaria, continua a esistere anche nel 2025, seppure in forma ridotta. La logica resta la stessa: il fotovoltaico può essere installato come intervento trainato, a patto che sia abbinato a un intervento trainante di efficientamento energetico (ad esempio cappotto termico o sostituzione dell’impianto di riscaldamento).
Le aliquote scendono al 70% o al 65% a seconda dei casi, con massimali di spesa fissati a 2.400 €/kW (o 1.600 €/kW in caso di ristrutturazione edilizia), fino a un massimo di 48.000 €.
Un limite importante da considerare è la mancanza della possibilità di cessione del credito o sconto in fattura, che aveva reso il Superbonus particolarmente attraente negli anni precedenti. Oggi l’agevolazione resta comunque interessante per i condomìni o gli edifici plurifamiliari che hanno già avviato pratiche edilizie entro ottobre 2024, ma la complessità burocratica ne riduce la diffusione rispetto al passato.
Nonostante queste limitazioni, il Superbonus rimane una carta da giocare per chi desidera inserire il fotovoltaico in un più ampio progetto di riqualificazione energetica, approfittando di detrazioni ancora significative.
Autoconsumo energetico e Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
Negli ultimi anni il tema dell’autoconsumo energetico ha assunto un ruolo centrale nella transizione verso un sistema elettrico più sostenibile e resiliente. Non si tratta più soltanto di installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto, ma di ripensare il modo in cui si produce, si condivide e si utilizza l’energia. Nel 2025 questo concetto trova piena espressione attraverso lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e le nuove forme di autoconsumo collettivo previste dal Decreto CACER, che rappresentano una delle leve più potenti per democratizzare l’accesso all’energia pulita.
Tariffe incentivanti e corrispettivi ARERA sull’energia condivisa
Il meccanismo è piuttosto innovativo: l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico condiviso all’interno di una comunità viene valorizzata economicamente attraverso due canali principali. Da un lato, i membri della CER beneficiano di un corrispettivo ARERA, cioè un contributo per ogni kWh immesso e condiviso in rete; dall’altro, hanno diritto a una tariffa premio erogata dal GSE, che remunera ulteriormente l’energia autoconsumata in forma collettiva.
Questo doppio incentivo rende l’adesione a una comunità energetica particolarmente vantaggiosa, soprattutto per quei soggetti che non dispongono di superfici idonee all’installazione di un impianto autonomo ma desiderano comunque partecipare alla transizione energetica. Inoltre, la possibilità di distribuire i benefici tra più membri della comunità (famiglie, condomìni, enti locali, piccole imprese) crea un effetto moltiplicatore a livello sociale ed economico.
Il Bonus PNRR 40% per i piccoli Comuni sotto i 50.000 abitanti
Un’ulteriore spinta arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha destinato fondi specifici alle CER nei Comuni con meno di 50.000 abitanti. In questi casi, oltre agli incentivi già descritti, è previsto un contributo in conto capitale pari al 40% dell’investimento, valido fino al 30 novembre 2025.
Questo significa che, in un piccolo Comune, una comunità energetica può contare contemporaneamente su:
un abbattimento immediato dei costi di installazione grazie al contributo PNRR,
la tariffa premio riconosciuta dal GSE per l’energia condivisa,
il corrispettivo ARERA.
Un mix di benefici che rende il modello delle CER particolarmente attraente per le amministrazioni locali e per i cittadini che desiderano ridurre le bollette e contribuire alla sostenibilità del territorio.
Limiti di potenza per impianti fotovoltaici in autoconsumo
Dal punto di vista tecnico, il Decreto CACER stabilisce che gli impianti incentivabili possano avere una potenza fino a 1 MW, un limite ampio che consente la realizzazione sia di piccoli impianti condominiali sia di progetti di dimensioni medio-grandi destinati a comunità più estese.
Un aspetto rilevante è la flessibilità: gli impianti possono essere di nuova realizzazione oppure già esistenti, purché adeguati alle specifiche tecniche richieste dal GSE. Inoltre, la durata degli incentivi è fissata a 20 anni, un orizzonte temporale che garantisce stabilità e rende l’investimento particolarmente appetibile per chi guarda al lungo periodo.
Va ricordato che i benefici economici non si limitano alla sola remunerazione dell’energia: la condivisione comporta anche un incremento dell’autoconsumo virtuale, riducendo la dipendenza dalla rete e migliorando la resilienza del sistema elettrico locale.
Accesso alle CER tramite portale GSE e ruolo del Soggetto Referente
Per accedere agli incentivi, le comunità devono registrarsi presso il Portale GSE – SPC (Sistema di Portale Comunità). La procedura richiede la designazione di un Soggetto Referente, che funge da punto di contatto unico tra la comunità e il GSE. Questo soggetto è responsabile della presentazione della domanda, della gestione dei rapporti amministrativi e della distribuzione dei benefici economici tra i membri.
La fase iniziale può sembrare complessa, soprattutto per comunità costituite da cittadini privati senza particolare esperienza tecnica. Tuttavia, diverse ESCO (Energy Service Company), cooperative energetiche e associazioni locali stanno già offrendo supporto nella costituzione e nella gestione delle CER. Inoltre, il GSE mette a disposizione guide e strumenti online per semplificare il processo.
Perché puntare sulle CER nel 2025
L’adesione a una comunità energetica non rappresenta solo un vantaggio economico, ma anche un cambio di paradigma culturale. Significa passare da un modello centralizzato, in cui pochi grandi produttori immettono energia nella rete, a un modello distribuito e partecipativo, dove i cittadini diventano prosumer (produttori e consumatori al tempo stesso).
Nel 2025 questo modello è destinato a crescere rapidamente, spinto da una combinazione di fattori:
incentivi economici chiari e stabili,
strumenti digitali di monitoraggio e gestione dell’energia,
crescente sensibilità verso la sostenibilità,
opportunità di rafforzare la coesione sociale nei territori.
Un condominio che installa un impianto condiviso, un piccolo Comune che avvia una CER con cittadini e imprese, una cooperativa che investe in fotovoltaico per ridurre le spese dei soci: questi sono esempi concreti di come le Comunità Energetiche Rinnovabili possano trasformare il panorama energetico italiano, rendendolo più equo, resiliente e a misura di persona.
Conto Termico 3.0: incentivi fotovoltaico e pompe di calore
Tra le novità più attese del panorama 2025 c’è il Conto Termico 3.0, un’evoluzione del già noto Conto Termico 2.0 che per anni ha sostenuto la sostituzione degli impianti di climatizzazione tradizionali con soluzioni più efficienti. La nuova versione, ancora in fase di adozione al momento della stesura di questa guida, promette di ampliare il campo d’azione includendo in modo più strutturato anche il fotovoltaico con accumulo, legato all’installazione di pompe di calore elettriche.
Se le indiscrezioni e le bozze ministeriali saranno confermate, il Conto Termico 3.0 potrebbe rappresentare uno strumento di grande rilievo per famiglie e imprese, in particolare per chi intende abbinare la produzione di energia rinnovabile alla climatizzazione green degli edifici.
Le differenze con il Conto Termico 2.0
Il Conto Termico 2.0, introdotto nel 2016, si è concentrato soprattutto sulla sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con caldaie a biomassa, pompe di calore e sistemi solari termici. Il fotovoltaico ne è rimasto ai margini, poiché il focus era il termico più che l’elettrico.
Con il 3.0 si prevede un cambio di passo: il fotovoltaico diventa parte integrante del meccanismo, purché collegato alla sostituzione di un impianto di climatizzazione obsoleto con una pompa di calore elettrica ad alta efficienza. Questo approccio ha un senso preciso: non si incentiva solo la produzione di energia rinnovabile, ma si spinge verso un uso più razionale e sostenibile dell’energia stessa, creando sinergie tra generazione e consumo.
Contributi fino al 65% e soglie €/kW in base alla potenza
Il nuovo schema prevede contributi a fondo perduto fino al 65% della spesa sostenuta, con tetti massimi espressi in €/kW che variano in base alla taglia dell’impianto (da 2 kW a 1 MW). Per esempio, un impianto residenziale di piccole dimensioni potrebbe beneficiare di una copertura sostanziale dei costi, mentre impianti più grandi, pur con percentuali minori, riceverebbero comunque un contributo significativo.
Sono inoltre previste maggiorazioni per l’utilizzo di moduli fotovoltaici registrati in appositi elenchi, a garanzia di qualità e tracciabilità. Questo elemento risponde a un’esigenza di mercato: evitare l’installazione di prodotti scadenti o non conformi e premiare la filiera certificata.
Per le famiglie, in particolare, questo incentivo potrebbe tradursi in un abbattimento notevole della spesa iniziale, riducendo i tempi di ritorno dell’investimento a pochi anni.
Obbligo di sostituzione degli impianti di climatizzazione
Uno dei requisiti chiave del Conto Termico 3.0 è l’abbinamento tra fotovoltaico e sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti. In pratica, per accedere al contributo occorrerà sostituire una caldaia tradizionale o un altro sistema obsoleto con una pompa di calore elettrica, integrata da un impianto fotovoltaico e possibilmente da un sistema di accumulo.
Questa impostazione ha una logica precisa: evitare che l’energia rinnovabile prodotta vada dispersa e promuovere l’utilizzo diretto e intelligente dell’elettricità, riducendo la dipendenza dal gas e dalle fonti fossili. Per le famiglie, significa non solo produrre energia, ma anche riscaldare e raffrescare la casa in modo sostenibile, riducendo drasticamente i consumi.
Procedura per la richiesta sul Portaltermico GSE
Come già avviene per il Conto Termico 2.0, anche la nuova versione sarà gestita dal GSE attraverso il Portaltermico. Il meccanismo prevede che la domanda venga presentata entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori, allegando la documentazione tecnica e amministrativa necessaria.
Gli incentivi saranno erogati direttamente sul conto corrente del beneficiario, in una o più rate a seconda dell’importo complessivo. Questo aspetto è particolarmente interessante, perché si tratta di un contributo diretto, non di una detrazione fiscale spalmata su più anni. In altre parole, chi accede al Conto Termico 3.0 potrà beneficiare di un ritorno economico immediato, riducendo il peso finanziario dell’investimento.
Un’occasione per accelerare la transizione energetica
Se confermato nei termini ipotizzati, il Conto Termico 3.0 potrebbe diventare una delle misure più incisive del 2025, soprattutto per le famiglie che intendono fare un salto di qualità verso la casa a zero emissioni. L’integrazione tra fotovoltaico, accumulo e pompe di calore rappresenta infatti il modello abitativo del futuro: autosufficiente, sostenibile e resiliente.
Naturalmente restano da chiarire alcuni dettagli: tempistiche di adozione del decreto, requisiti specifici dei moduli e delle pompe di calore ammesse, cumulabilità con altri bonus. Tuttavia, le premesse sono più che positive e indicano una direzione chiara: spingere il mercato verso soluzioni integrate e ad alto valore aggiunto.
Per i cittadini, questo significa poter contare su un ulteriore strumento di sostegno, capace di ridurre drasticamente l’investimento iniziale e di rendere più rapido il percorso verso l’indipendenza energetica.
Bandi regionali 2025 per il fotovoltaico residenziale
Oltre agli incentivi statali, un ruolo fondamentale nel sostegno al fotovoltaico è svolto dalle Regioni italiane, che mettono a disposizione bandi e contributi specifici per favorire la transizione energetica a livello locale. Questi strumenti, spesso cumulabili con le agevolazioni nazionali, consentono di ampliare le opportunità di finanziamento, adattandole alle caratteristiche del territorio e alle esigenze delle comunità.
Il 2025 conferma questa tendenza, con misure particolarmente interessanti per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), per le famiglie in condizione di disagio economico e per chi intende realizzare impianti fotovoltaici in aree urbane e rurali.
Emilia-Romagna: contributi per le CER
La Regione Emilia-Romagna ha rinnovato il proprio impegno verso la diffusione delle CER con un bando dotato di 6 milioni di euro per il 2025. L’obiettivo è sostenere la realizzazione di impianti fotovoltaici e altre tecnologie green che permettano la condivisione dell’energia a livello comunitario.
Beneficiari: Comunità Energetiche Rinnovabili presenti sul territorio regionale.
Contributo: 25% della spesa, calcolato sul minore tra il costo sostenuto e i massimali ammissibili:
1.500 €/kW fino a 20 kW
1.200 €/kW tra 20 e 200 kW
1.100 €/kW tra 200 e 600 kW
1.050 €/kW tra 600 e 1.000 kW
Eccezione: 2.000 €/kW per impianti su parcheggi o agrivoltaico avanzato
Limite massimo: 150.000 € a fondo perduto, cumulabile con altri aiuti di Stato.
Scadenza: 31 marzo 2025.
Domanda: tramite portale Sfinge 2020.
Questa misura rende l’Emilia-Romagna una delle regioni più dinamiche nella promozione delle comunità energetiche, con incentivi concreti e mirati.
Lazio: CER e autoconsumo
Il Lazio ha previsto per il 2025 un fondo di 14 milioni di euro, destinato a potenziare le CER e favorire la diffusione di impianti solari nei Comuni con più di 5.000 abitanti.
Beneficiari: membri di Comunità Energetiche Rinnovabili.
Contributo:
30% della spesa, con massimali analoghi all’Emilia-Romagna.
40% per soggetti vulnerabili (ISEE basso, coppie under 35, persone con disabilità).
Scadenza: 20 maggio 2025, ore 16.00.
Domanda: tramite piattaforma GeCoWEB Plus.
Questa iniziativa ha un impatto sociale significativo, poiché integra criteri economici e di inclusione, premiando chi si trova in situazioni di maggiore fragilità.
Toscana: Casa a zero emissioni
In Toscana, il bando “Casa a zero emissioni” prosegue nel 2025 con un focus particolare sulla Piana lucchese, area soggetta a superamento dei limiti di qualità dell’aria.
Beneficiari: cittadini residenti nei 14 Comuni coinvolti (tra cui Lucca, Capannori, Montecatini Terme).
Contributo: fino a 3.000 € per installazione di fotovoltaico con sostituzione di camini a legna o stufe a biomassa; 500 € extra per accumulo.
Riduzione: contributo massimo di 2.400 € se l’impianto sostituisce generatori a gasolio.
Scadenza: fino a esaurimento fondi.
Domanda: tramite piattaforma Sviluppo Toscana.
Il bando è cumulabile con altre agevolazioni nazionali, consentendo di abbattere ulteriormente i costi di investimento.
Basilicata: continuità con il biennio 2024-2025
La Regione Basilicata ha stanziato 24 milioni di euro per il 2025, proseguendo la linea di sostegno avviata nel 2024.
Beneficiari: proprietari o usufruttuari residenti.
Contributo: fino a 10.000 € a fondo perduto, per impianti fotovoltaici ≥3 kWp con possibilità di includere sistemi di accumulo.
Scadenza: domande fino al 31 dicembre 2025 o fino a esaurimento risorse.
Domanda: tramite piattaforma Centrale Bandi della Regione.
Questo incentivo è tra i più consistenti a livello regionale, capace di coprire una quota importante della spesa complessiva.
Il ruolo dei bandi regionali nella transizione energetica
I bandi regionali 2025 mostrano un quadro eterogeneo ma complementare rispetto agli incentivi statali. Le Regioni si muovono in sinergia con le politiche nazionali e spesso anticipano sperimentazioni che poi vengono adottate a livello centrale.
L’aspetto più interessante è la cumulabilità: salvo eccezioni, molte misure regionali possono sommarsi alle detrazioni fiscali nazionali, aumentando notevolmente la convenienza per chi decide di investire nel fotovoltaico.
Per i cittadini, questo significa avere a disposizione un ventaglio di opportunità concrete, che spaziano dai contributi diretti alle detrazioni, fino alle tariffe premio per l’autoconsumo collettivo.
Conclusioni sugli incentivi fotovoltaico 2025
Gli incentivi fotovoltaico 2025 offrono soluzioni adatte a diversi profili: dai nuclei a basso reddito che possono contare sul Reddito Energetico, fino a chi desidera massimizzare i vantaggi fiscali con il Bonus Casa o partecipare a una Comunità Energetica. La varietà di misure disponibili permette di pianificare l’investimento in modo personalizzato e sicuro. Agire in tempi rapidi e affidarsi a professionisti qualificati sarà la chiave per trasformare queste agevolazioni in un vero risparmio economico e in un contributo concreto alla transizione ecologica.
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