2 lug 2025
Come applicare il principio DNSH agli impianti fotovoltaici: vantaggi, procedure e incentivi
Come il principio DNSH garantisce la sostenibilità ambientale e l’accesso agli incentivi per gli impianti fotovoltaici.
Nell’ambito della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile, l’Unione Europea ha introdotto il principio DNSH, acronimo di Do No Significant Harm, che significa “non arrecare danni significativi” all’ambiente. Si tratta di un criterio fondamentale che le imprese devono rispettare per realizzare progetti compatibili con la transizione verde e per accedere agli incentivi pubblici.
In questo articolo, analizziamo in dettaglio che cos’è il principio DNSH, come si applica agli impianti fotovoltaici e quali sono le procedure e i vantaggi legati al suo rispetto.
Cos’è e come funziona
Il principio DNSH è stato definito dal Regolamento UE 2020/852, meglio noto come “Tassonomia Verde”, che classifica le attività economiche sostenibili. Secondo questa normativa, ogni intervento deve dimostrare di non causare danni significativi agli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea.
In altre parole, non basta ridurre le emissioni di CO₂ o risparmiare energia: per essere considerato davvero sostenibile, un impianto deve rispettare un equilibrio complessivo con l’ambiente, evitando impatti negativi sulle risorse naturali e sugli ecosistemi.
Obiettivi ambientali e requisiti da rispettare
L’applicazione del DNSH agli impianti fotovoltaici significa che, per ottenere incentivi e finanziamenti, è necessario dimostrare che l’impianto non causa danni significativi all’ambiente o agli ecosistemi circostanti. Questo si traduce in una serie di criteri tecnici e gestionali da rispettare.
I sei pilastri della sostenibilità ambientale
Secondo il Regolamento UE 2020/852, gli impianti fotovoltaici devono essere progettati e gestiti in modo da non arrecare danni a nessuno dei seguenti obiettivi ambientali:
Mitigazione dei cambiamenti climatici: contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Adattamento ai cambiamenti climatici: progettare l’impianto in modo resistente di fronte agli eventi climatici estremi.
Uso sostenibile delle risorse idriche e marine: garantire che il progetto non provochi un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche.
Economia circolare e gestione dei rifiuti: favorire il riciclo e la gestione sostenibile dei materiali e dei rifiuti generati.
Prevenzione dell’inquinamento: evitare emissioni nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
Protezione della biodiversità e degli ecosistemi: tutelare la flora e la fauna locali, senza danneggiare habitat naturali.

Buone pratiche per la sostenibilità
Il rispetto di questi obiettivi si traduce in una serie di buone pratiche progettuali e gestionali, tra cui:
Valutare con attenzione la localizzazione dell’impianto, evitando aree sensibili dal punto di vista naturalistico.
Utilizzare componenti certificati e a basso impatto ambientale, conformi agli standard europei (marchi CE, RoHS) e alle certificazioni di qualità e ambiente (ISO 9001/14001/45001).
Progettare l’impianto in modo da facilitare la manutenzione e il riciclo dei moduli a fine vita, seguendo le linee guida RAEE.
Adottare un piano di gestione dei rifiuti derivanti dall’installazione e dalla dismissione dell’impianto.
Garantire che la produzione dell’energia fotovoltaica non comprometta le risorse idriche o la biodiversità locale.
Questi accorgimenti aiutano a garantire che l’impianto fotovoltaico sia effettivamente un impianto fotovoltaico sostenibile, in linea con i requisiti europei.
Come incide sul sistema di incentivi
Procedure e adempimenti richiesti
Il principio DNSH ha un ruolo chiave per chi intende accedere agli incentivi previsti dal Piano Transizione 5.0. Per ottenere questi contributi, è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva che attesti la conformità dell’impianto ai requisiti ambientali.
In pratica:
L’azienda deve compilare la dichiarazione sostitutiva, allegando eventuali relazioni tecniche e analisi di impatto ambientale.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) può richiedere ulteriori verifiche, come studi di ciclo di vita (LCA) o relazioni di valutazione ambientale.
Il rispetto di questi standard è richiesto in particolare per gli impianti fino a 1 MW, ma rappresenta un criterio generale anche per progetti di dimensioni maggiori.
Senza questa documentazione, non è possibile ottenere i contributi pubblici, poiché la Commissione Europea vincola i finanziamenti al rispetto delle regole DNSH.
I vantaggi del rispetto del principio
Garantire che un impianto fotovoltaico rispetti i criteri ambientali europei offre diversi vantaggi, sia economici che ambientali:
Accesso agli incentivi pubblici, come i fondi PNRR.
Maggiore conformità normativa, evitando il rischio di sanzioni o blocchi burocratici.
Reputazione positiva per l’azienda che dimostra responsabilità ambientale.
Riduzione degli impatti ambientali negativi e maggiore durata dell’impianto stesso, grazie a pratiche di economia circolare.
Domande frequenti (FAQ)
Che cos'è il DNSH?
È un principio europeo che richiede che ogni attività non provochi danni significativi all’ambiente, applicabile anche agli impianti fotovoltaici.
Quali documenti servono per dimostrare il rispetto del DNSH?
Serve la dichiarazione sostitutiva, eventualmente integrata con schede tecniche, analisi ambientali e relazioni di impatto.
Come influisce il DNSH sui costi e sui tempi di attuazione?
L’adeguamento ai criteri DNSH può comportare maggiori costi iniziali, ma garantisce accesso agli incentivi e maggiore durata dell’impianto.
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